+ All Categories
Home > Documents > Liviu Rebreanu, Adamo ed Eva trad. dal romeno di Davide...

Liviu Rebreanu, Adamo ed Eva trad. dal romeno di Davide...

Date post: 29-Oct-2019
Category:
Upload: others
View: 7 times
Download: 1 times
Share this document with a friend
8
Liviu Rebreanu, Adamo ed Eva , trad. dal romeno di Davide Arrigoni Milano, Rediviva Edizioni («Quaderni romeni»), 2015, 360 p. ISBN-13: 978-88-97908-24-1 [ed. orig., Adam şi Eva, Bucureşti, Cartea românească, 1925] © 2015 Rediviva Edizioni, Milano sito web: www.redivivaedizioni.com Cap. 5.1 “Maria”, pp. 223-229 Liviu Rebreanu, Adamo ed Eva, Milano, Rediviva Edizioni, 2015, pp. 223-229, ISBN-13: 978-88-97908-24-1 © 2015 Rediviva Edizioni, Milano
Transcript
Page 1: Liviu Rebreanu, Adamo ed Eva trad. dal romeno di Davide ...redivivaedizioni.com/wp-content/uploads/2016/03/Cap.-5.1-Maria.pdf · costante, si flette, si assottiglia fino a riunirsi

Liviu Rebreanu, Adamo ed Eva, trad. dal romeno di Davide Arrigoni

Milano, Rediviva Edizioni («Quaderni romeni»), 2015, 360 p.

ISBN-13: 978-88-97908-24-1 [ed. orig., Adam şi Eva, Bucureşti,

Cartea românească, 1925] © 2015 Rediviva Edizioni, Milano

sito web: www.redivivaedizioni.com Cap. 5.1 “Maria”, pp. 223-229

Livi

u Re

brea

nu,

Ada

mo

ed E

va,

Mila

no,

Redi

viva

Edi

zion

i, 20

15,

pp. 2

23-2

29,

ISBN

-13:

97

8-88

-979

08-2

4-1

© 2

015

Redi

viva

Edi

zion

i, M

ilano

Page 2: Liviu Rebreanu, Adamo ed Eva trad. dal romeno di Davide ...redivivaedizioni.com/wp-content/uploads/2016/03/Cap.-5.1-Maria.pdf · costante, si flette, si assottiglia fino a riunirsi

Capitolo V

MARIA

… L’esitazione dell’anima sembrava uno sfarfallio sen-za inizio e senza fine. Nella coscienza si susseguivano immagini diafane di altre esistenze, passate e future. L’in-compiutezza spuntava nell’anima come una sensazione dolorosa che provoca una ferita nuova.

E all’improvviso ricominciò il movimento come una discesa turbinosa. Si spalancò la porta del tempo e la caduta continuò in linea retta, sempre lungo un piano confinante con il mondo. L’anima sente di doversi im-mergere in questo mondo e tuttavia scivola in avanti con timore, come se non trovasse ancora il suo momento.

Poi nel piano del mondo non desiderato si delinea l’apertura in cui l’anima penetra, guidata da una prede-stinazione suprema. Il dominio dello spazio manipola le forme della materia in un mutamento ininterrotto. La coscienza si agita tremendamente sotto la pressione cir-costante, si flette, si assottiglia fino a riunirsi con la ma-teria informe…

1

Fu battezzato nella basilica dell’abbazia, il giorno dopo essere venuto al mondo. Ricevette il nome di Hans e la benedizione dell’abate. Crebbe preso di mira da tutti, dato che era magrolino e rendeva poco nel lavoro.

Livi

u R

ebre

anu,

Ada

mo

ed E

va, M

ilano

, Red

iviv

a E

dizi

oni,

2015

, pp.

223

-229

, IS

BN

-13:

978

-88-

9790

8-24

-1

© 2

015

Red

iviv

a E

dizi

oni,

Mila

no

Page 3: Liviu Rebreanu, Adamo ed Eva trad. dal romeno di Davide ...redivivaedizioni.com/wp-content/uploads/2016/03/Cap.-5.1-Maria.pdf · costante, si flette, si assottiglia fino a riunirsi

Liviu Rebreanu

224

Quando compì tredici anni, una domenica di prima-vera, suo padre lo prese per mano e insieme si incammi-narono sulla via con molte curve che saliva dal villaggio di Odenhain1, situato sul fiumiciattolo Weschnitz, verso l’abbazia di Lorsch, le cui mura merlate si vedevano da lontano, dominate dalle tre torri dell’antica basilica.

Hans conosceva bene la strada. L’aveva percorsa mol-te volte, portando il bestiame al pascolo nelle radure dei boschi di faggio che circondavano l’abbazia. Oggi però il cuore gli tremava come non gli era mai successo. Per set-timane in casa loro non si era parlato d’altro che di que-sta domenica. Tutti gli davano consigli, lo intimorivano o lo incoraggiavano. Anche ora suo padre non smetteva di istruirlo su come baciare la mano dell’abate, come ri-spondere rispettosamente a tutte le domande.

La porta dell’abbazia era aperta. Sul ponte levatoio so-pra il fossato che difendeva il muro esterno, si accalcava una folla di mendicanti e malati in attesa delle elemosine domenicali più ricche. Il portinaio, un monaco laico, co-nosceva il contadino Michel Boeheim, servo delle terre dell’abbazia, uomo onesto e timorato di Dio. Gli diede anche la mano perché gliela baciasse e gli chiese, amiche-volmente, come stava. Il contadino gli raccontò subito, con dovizia di parole, che era venuto a offrire Hans all’ab-bazia e che voleva farlo diventare assolutamente monaco. Il portinaio, anche lui figlio di contadini, assai orgoglioso dell’abito monacale che indossava, scosse con gravità la testa, resto un po’ in silenzio come fanno i saggi, poi disse che erano finiti i tempi in cui chiunque poteva diventare monaco dall’oggi al domani e gli era difficile credere che l’abate avrebbe accettato Hans nell’abbazia. Tuttavia, per

1 L’attuale Udenhain. Livi

u R

ebre

anu,

Ada

mo

ed E

va, M

ilano

, Red

iviv

a E

dizi

oni,

2015

, pp.

223

-229

, IS

BN

-13:

978

-88-

9790

8-24

-1

© 2

015

Red

iviv

a E

dizi

oni,

Mila

no

Page 4: Liviu Rebreanu, Adamo ed Eva trad. dal romeno di Davide ...redivivaedizioni.com/wp-content/uploads/2016/03/Cap.-5.1-Maria.pdf · costante, si flette, si assottiglia fino a riunirsi

225

Adamo ed Eva

mostrargli un segno di benevolenza, gli consigliò di par-lare prima con il cellario, che era il vero signore dell’ab-bazia, più potente anche dell’abate, e da cui dipendeva tutto.

Il cellario Primin era un monaco grasso, rossiccio, il volto glabro e i capelli rasati. Si occupava di tutta l’am-ministrazione dell’abbazia ed era eternamente nervoso e rauco tanto sbraitava. Adesso se la stava prendendo con alcuni monaci laici che dividevano le elemosine. Non ap-pena vide Michel Boeheim, a cui in genere parlava con tono mite, lo apostrofò:

«Cosa vuoi, Michel? Non sarai per caso venuto anche tu per l’elemosina insieme ai mendicanti e agli storpi? Vergognati, Michel! Che vergogna! Si vede che Satana vi spinge tutti a compiere solo bassezze!».

Come risposta, il contadino si chinò in tutta fretta e gli baciò la mano grassoccia, dicendo rivolto al bambino:

«Cosa aspetti, Hans? Bacia come si deve la mano del reverendo».

Il gesto umile di Michel lo disarmò al punto tale che accondiscese ad accarezzare le guance e i capelli biondi appena pettinati del bambino, mormorando:

«Dimmi cosa vuoi, Michel, dillo in fretta, perché, come puoi ben vedere, per me non ci sono domeniche, né feste comandate, come tutti i cristiani…».

Michel Boeheim cominciò il racconto prendendolo molto alla larga: Dio gli aveva donato quindici figli, la vita era dura, sulla povera gente si erano abbattute molte disgrazie, era venuto il tempo di pensare sul serio anche alle cose spirituali… Soltanto dopo essere riuscito a far perdere davvero le staffe al cellario Primin, gli disse chia-ro e tondo il suo cruccio:

Livi

u R

ebre

anu,

Ada

mo

ed E

va, M

ilano

, Red

iviv

a E

dizi

oni,

2015

, pp.

223

-229

, IS

BN

-13:

978

-88-

9790

8-24

-1

© 2

015

Red

iviv

a E

dizi

oni,

Mila

no

Page 5: Liviu Rebreanu, Adamo ed Eva trad. dal romeno di Davide ...redivivaedizioni.com/wp-content/uploads/2016/03/Cap.-5.1-Maria.pdf · costante, si flette, si assottiglia fino a riunirsi

Liviu Rebreanu

226

«E così ci abbiamo pensato su e abbiamo deciso di dare Hans al buon Dio, così pregherà anche lui per noi e farà avere nell’altro mondo ai suoi genitori e ai suoi fratelli un destino più felice. D’altronde, è un bambino santo, fin da quando ha aperto gli occhietti sul mondo, fragile, ubbi-diente, proprio come si conviene a un servitore dell’On-nipotente. Fra poco finiscono anche i sette anni previsti prima dell’arrivo del giudizio finale e quando comincia il gran giorno è meglio non presentarsi davanti al Salvatore senza un protettore, solo macchiati da peccati meschini».

«Che giudizio finale, sciocco?» si infuriò il monaco. «Sei impazzito del tutto, Michel! Tu dove vedi la fine del mondo?».

«Perdonaci, reverendo, è questa la voce che circola fra la povera gente» disse con tono umile il contadino. «An-che se passano ancora mille anni prima della venuta del Salvatore, questo mondo pieno di peccato deve comun-que morire e per tutti deve cominciare il giudizio – così si dice nelle Sacre Scritture. Noi non abbiamo studiato, e lo studio non fa per noi, ma i segni della fine li vedono anche i ciechi: le guerre non finiscono mai, le malattie e i vizi se ne stanno beati vicino alla carestia e alla povertà, uno salta addosso all’altro con odio come dicono che ca-pitava al tempo dei pagani…».

Era così intensa la fede negli occhi del contadino che il cellario si accontentò di rimproverarlo bonariamen-te, invitandolo a non diffondere tutte quelle miserabili sciocchezze che erano solo i diavoli a sussurrare alla gen-te per tentarla e portarla alla perdizione.

«Quanti anni ha il bambino?» chiese poi, esaminando Hans con attenzione.

Livi

u R

ebre

anu,

Ada

mo

ed E

va, M

ilano

, Red

iviv

a E

dizi

oni,

2015

, pp.

223

-229

, IS

BN

-13:

978

-88-

9790

8-24

-1

© 2

015

Red

iviv

a E

dizi

oni,

Mila

no

Page 6: Liviu Rebreanu, Adamo ed Eva trad. dal romeno di Davide ...redivivaedizioni.com/wp-content/uploads/2016/03/Cap.-5.1-Maria.pdf · costante, si flette, si assottiglia fino a riunirsi

227

Adamo ed Eva

«Rispondi, Hans» lo esortò Michel. «Non vergognarti, Hans! Rispondi per bene, che ormai sei grande e giudizioso».

«A Pasqua ho fatto tredici anni» disse Hans con una voce calda guardando il cellario dritto negli occhi.

«E desideri davvero servire in modo timorato Dio e soltanto Lui?».

«Così vuole Dio e anche la Beata Vergine» rispose il bambino con una grande luce negli occhi chiari, destan-do meraviglia nel monaco.

Allora Michel si avvicinò di più e sussurrò in gran se-greto al cellario:

«Ha raccontato molte volte a sua mamma, con me non ha osato farne parola, io non ho tempo di ascoltare le chiacchiere dei bambini, che gli è apparso in sogno No-stro Signore Gesù Cristo, con una veste bianca lunga fino a terra e una corona di raggi in testa e i segni dei chio-di nelle mani e nei piedi, l’ha accarezzato sulla guancia, ecco proprio così, e gli ha detto: “Vieni dietro a me!”. E il bambino si è incamminato, ma alla fine si è svegliato…».

Il monaco Primin si segnò come davanti a un miraco-lo. Gli era balenato per la mente il pensiero di accogliere Hans nel gruppo dei monaci laici, per averlo come aiu-tante, dato che nell’abbazia c’era più bisogno di lavoratori solerti che di studiosi. Aveva qualche remora di fronte all’aspetto esile del candidato. Quando però incrociò la strana luce degli occhi del bambino e poi sentì anche le parole di Michel, il cellario si intimorì. Dato che la sua occupazione non gli garantiva una vita pia e al riparo dai peccati, viveva nell’amaro terrore del castigo di Dio e del-le tentazioni del Diavolo.

«Bene, andiamo da…».Si avviò, senza finire la frase, verso la basilica austera,

Livi

u R

ebre

anu,

Ada

mo

ed E

va, M

ilano

, Red

iviv

a E

dizi

oni,

2015

, pp.

223

-229

, IS

BN

-13:

978

-88-

9790

8-24

-1

© 2

015

Red

iviv

a E

dizi

oni,

Mila

no

Page 7: Liviu Rebreanu, Adamo ed Eva trad. dal romeno di Davide ...redivivaedizioni.com/wp-content/uploads/2016/03/Cap.-5.1-Maria.pdf · costante, si flette, si assottiglia fino a riunirsi

Liviu Rebreanu

228

fra gli edifici bassi dei famigli con i tetti a punta, su una specie di viuzza, seguito da vicino da Michel e Hans.

All’ingresso della basilica, il cellario si fermò un mo-mento e alzò gli occhi al cielo, con un’espressione inter-rogativa, come a cercare un’indicazione. Il suo sguardo scivolò oltre le volte del portale, oltre i sette ordini di fi-nestre della torre principale, fino alla croce nera, con i bracci sottili. Poi, rasserenato e deciso quasi avesse rice-vuto un comando dall’alto, entrò velocemente nell’atrio, si bagnò le dita nell’acqua benedetta e si fece il segno del-la croce. Da una porta laterale uscì nel cortile lastricato e coperto come un andito, passò davanti al parlatorio e alla scuola, giunse alla casa dell’abate, attaccata alla basilica e comunicante con la navata tramite un corridoio.

La dimora aveva solo due piccole stanze, come le celle dei confratelli. L’abate era in ginocchio, davanti a un alta-re, immerso nelle preghiere. Non si accorse nemmeno di quando entrarono i tre. Il cellario però sentì con estrema chiarezza le parole.

«Benedictus qui venit in nomine Domini!»1.Fu assalito dalla paura quasi si trattasse di un invito

celeste. Piegò le ginocchia e balbettò impietrito:«Padre, è arrivato in mezzo a noi un bambino san-

to…».Anche Michel si inginocchiò, sussurrando al bambi-

no:«Dai, Hans, inginocchiati per bene, così il reverendo

può vedere quanto sei giudizioso».L’abate, come se non avesse sentito nulla, continuò

le sue preghiere fino alla fine. Poi girò la testa con fare interrogativo. Con la barba bianca e la testa rasata, gli

1 «Benedetto colui che viene nel nome del Signore!» (latino).Livi

u R

ebre

anu,

Ada

mo

ed E

va, M

ilano

, Red

iviv

a E

dizi

oni,

2015

, pp.

223

-229

, IS

BN

-13:

978

-88-

9790

8-24

-1

© 2

015

Red

iviv

a E

dizi

oni,

Mila

no

Page 8: Liviu Rebreanu, Adamo ed Eva trad. dal romeno di Davide ...redivivaedizioni.com/wp-content/uploads/2016/03/Cap.-5.1-Maria.pdf · costante, si flette, si assottiglia fino a riunirsi

229

Adamo ed Eva

occhi accesi di una luce pia, sembrava un santo eremita, smarritosi fra gli uomini. Hans, quasi lo conoscesse da tempo, si avvicinò, gli baciò la mano e disse con tono supplichevole:

«Padre…».

Livi

u Re

brea

nu,

Ada

mo

ed E

va,

Mila

no,

Redi

viva

Edi

zion

i, 20

15,

pp. 2

23-2

29,

ISBN

-13:

97

8-88

-979

08-2

4-1

© 2

015

Redi

viva

Edi

zion

i, M

ilano


Recommended