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L'AFRICA NEGLI ORGANISMI EUROPEI

Date post: 22-Jan-2017
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L'AFRICA NEGLI ORGANISMI EUROPEI Source: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente, Anno 13, No. 1 (GENNAIO - FEBBRAIO 1958), pp. 44-45 Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40756891 . Accessed: 15/06/2014 03:44 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente. http://www.jstor.org This content downloaded from 185.2.32.21 on Sun, 15 Jun 2014 03:44:20 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions
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Page 1: L'AFRICA NEGLI ORGANISMI EUROPEI

L'AFRICA NEGLI ORGANISMI EUROPEISource: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africae l’Oriente, Anno 13, No. 1 (GENNAIO - FEBBRAIO 1958), pp. 44-45Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40756891 .

Accessed: 15/06/2014 03:44

Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at .http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp

.JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range ofcontent in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new formsof scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected].

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Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extendaccess to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente.

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L'AFRICA NEGLI ORGANISMI EUROPEI

Iniziamo con questo fascicolo una rassegna periódica di quanto in se- no agli organismi europei si va studiando e concretando nel qua- dro dei rapporti di collaborazione tra i due complessi Europa Occi- dentale e Africa.

Prenderemo per ora in esame il sistema di collaborazione fra gli Stati membri del Consiglio d'Euro- pa e i Paesi africani in genere elaborato dal gruppo di esperti ap- positamente nominato dal Consiglio d'Europa e pubblicato a Strasburgo il 30 dicembre 1957.

Questo sistema è lo sviluppo del Piano di Strasburgo (1° novembre 1952) a suo tempo largamente illu- strato e discusso su queste colonne, e tiene conto sia dell'esperienza del Piano di Colombo per l'Asia meri- dionale e sud-orientale e della C.E.C.A., sia delle raccomandazioni e degli studi dell'O.E.C.E. e della C.C.T.A., sia e soprattutto della creazione della Comunità Economi- ca Europea (C.E.E.) e delle nuove realtà che caratterizzano i rapporti fra Europa e Africa.

Partendo dalla Raccomandazione 26 del Piano di Strasburgo e tenen- do conto delle obiezioni sollevate dalTO.E.C.E. in merito al Piano stesso (Raccomandazione 61), la Commissione Permanente del Con- siglio d'Europa, agendo per conto dell'Assemblea Consultiva, adottò il 9 luglio 1955 la Direttiva 77, am- pliata poi con la Direttiva 105 del- ril gennaio 1957, che affidava alla Segreteria Generale del Consiglio d'Europa il compito di studiare, con la partecipazione di esperti a- fricani di tutti i Paesi d'Africa su- scettibili di interessamento, un pro- getto di sviluppo di una Comunità Eurafricana su piede di egua- glianza.

In seguito alla citata Direttiva 105 fu costituito il seguente grup- po di esperti: per la Francia, Bour- sier de Carbon, dell'Università di Nancy, per il Belgio, Carbonelle, ca- po dei servizi ricerche della Banca Centrale del Congo Belga; per la Cran Bretagna, Gaitskell, esperto di questioni africane; per la -Ger- mania Oca, Miksch, ingegnere mi- nerario e siderurgico; per l'Olan- da, Rykens, già presidente dell'Uni- lever; per l'Italia, Ceri ani Sebre- gondi, funzionario della Svimez; per la Nigeria, Arikpo, già ministro tecnico; per il Congo, Bolamba, già direttore della « Voix du Congo- lais»; per il Ruanda Urundi, Kaga- me, membro corrispondente della Académie Coloniale Belge; per il Bechuanaland, Tshexedi Khama, già reggente di Tubu; per lo Stato

autonomo del Camerún, Ninine, de- putato al Parlamento francese; per l'A.O.F., Lawrence, membro del consiglio economico della Assemblée de l'Union Française. Dei Paesi in- dipendenti africani, nonostante l'in- teresse manifestato dal Ghana e dalla Tunisia, solo il Marocco de- legò un osservatore ufficiale nella persona di Benaissa, console a Mar- siglia.

Le conclusioni dello studio degli esperti europei ed africani, furono ispirate alle nuove costruzioni eco- nomiche e politiche che intanto si erano venute manifestando e che consigliavano di « organizzare un sistema di collaborazione fra gli Stati membri del Consiglio di Eu- ropa ed i Paesi africani in genere e nel loro complesso, ma aperto alla adesione di ogni altro Paese (senza limiti geografici o politici), mirante a portare un proprio con- tributo allo sviluppo economico-so- ciale dell'Africa ». Esse si traduco- no nella formazione di un mecca- nismo adatto a risolvere i problemi allo studio mediante un « aiuto sup- plementare accordato da istituti coo- perativi specializzati ». Tale mecca- nismo si basa sulle seguenti carat- teristiche :

a) Presentazione di programmi per lo sviluppo dell'Africa. Ciascun Governo responsabile dovrebbe sta- bilire e presentare il suo program- ma nazionale con tutte le indica- zioni di stima e di previsione ne- cessari, in riferimento ad un pe- riodo di assistenza quinquennale, sotto la sua responsabilità.

b) Esame dei programmi na- zionali e fissazione di un program- ma d'insieme. Sulla base dei singo- li programmi, i Paesi partecipanti, riuniti su piede di uguaglianza, fis- serebbero in comune una tabella dei bisogni distinti per categoria (scientifici, tecnici, cultura ji, ammi- nistrativi, finanziarii ecc.) e stabi- lirebbero l'entità globale dell'assi- stenza esterna per l'esecuzione dei progetti, tenendo conto delle espe- rienze realizzate altrove.

e) Ricerca dei mezzi di risolu- zione dei problemi dello svilupop dell'Africa. La tabella ed il quadro di cui sopra fornirebbero la base per determinare da parte dei Paesi partecipanti la misura da prendere, sia individualmente che collettiva- mente; fra tali misure si citano i mezzi individuali dei singoli parte- cipanti, nei limiti delle loro respon- sabilità nazionali, per attuare la loro collaborazione nel movimento dei capitali, delle persone e delle

merci e mediante la loro politica fiscale e commerciale; l'utilizzazio- ne delle risorse già esistenti per la assistenza esterna, a carattere mul- tilaterale (come la Banca Interna- zionale di Ricostruzione e Sviluppo 0 come l'O.N.U.), o a carattere bi- laterale, con accordi diretti fra Paesi beneficiari e Paesi contri- buenti, o a carattere privato, con investimenti diretti e prestiti finan- ziarii; l'eventuale integrazione, li- beramente discussa ed accettata, dei singoli progetti nazionali in un progetto comune di interesse gene- rale; la determinazione di una po- sizione comune dei partecipanti su talune questioni che vengono dibat- tute su scala mondiale e riguardan- ti anche lo sviluppo dell'Africa, co- me la stabilizzazione dei corsi mon- diali delle materie prime.

Per attuare il meccanismo della collaborazione sono previste delle conferenze periodiche a livello mi- nisteriale dei partecipanti riuniti, europei ed africani (di quei Paesi africani dove esistono governi lo- cali composti di africani, o dai lo- ro attuali rappresentanti europei, come nel caso dell'Unione dell'A- frica del Sud e dell'Africa Orien- tale inglese) e degli organismi di azione, che sono non solo inevita- bili ma necessari, anche se possono giustificarsi le riserve « di fronte al maltiplicarsi delle istituzioni nel- l'ambito delle quali le possibilità di azione ed i mezzi di attuazione mi- nacciano di sparpagliarsi a tutto danno della loro efficienza ».

Gli organismi predetti sarebbero: un Comitato Consultivo, a livel-

lo ministeriale, assistito da una Commissione Permanente: il primo con lo scopo di esaminare i pro- grammi, i problemi che ne derivano ed i mezzi di attuazione, nonché il controllo ed il coordinamento degli enti e istituti che seguono; il se- condo quale organo centrale di preparazione dei lavori per il Co- mitato Consultivo, di cui sarebbe poi anche l'organo esecutivo;

una Banca per lo sviluppo del- l'Africa sul modello della B.I.R.S., destinata a finanziare con prestiti 1 progetti di sviluppo africano, a facilitare l'accesso dei Paesi afri- cani ai mercati finanziarii, a facili- tare gli investimenti privati, a con- tribuire a creare le condizioni per gli investimenti in Africa (modalità di associazione fra africani e non africani per esercitare attività eco- nomiche, condizioni di installazione e di lavoro delle ditte, società e per- sone straniere in Africa, statuti de- gli investimenti ecc), cioè a funzio-

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nare da organo tecnico e consulente in materia finanziaria (il capitale della Banca, i prestiti, i premi ver- sati per le operazioni private costi- tuirebbero le risorse della Banca);

un Fondo di investimenti per l'A- frica, destinato a finanziare proget- ti economici e sociali, accordare sov- venzioni per ridurre gli interessi dei prestiti, finanziare determinate categorie di assistenza di interesse collettivo per il continente africa- no, contribuire a creare un clima favorevole agli investimenti in A- frica;

un Ufficio di assistenza tecnica, che abbia lo scopo di organizzare e facilitare, da ogni punto di vista, qualsiasi tipo di assistenza tecnica necessaria all'Africa, tanto nel gruppo degli studi che in quello delle opere.

I relatori propongono di fondere questo ufficio con l'altro già esi- stente, cioè con la «Commissione per la Cooperazione Tecnica nell'A- frica a Sud del Sahara », e ciò evi-

dentemente allo scopo di non crea- re quei duplicati e quegli sparpa- gliamenti di cui si è parlato sopra.

Inoltre sono previsti dei Servizi Nazionali specializzati, come Agen- zie di sviluppo nei Paesi africani e Servizi di assistenza esterni nei Paesi europei contribuenti, là dove essi non esistano ancora, cioè evi- dentemente negli Stati europei sen- za impegni in Africa e in quelli africani di nuova creazione.

Per la Banca e per il Fondo, il Gruppo di lavoro prospetta l'even- tualità di ripiegare su un Fondo di garanzia e di assistenza finan- ziaria, che non sarebbe incompati- bile con la futura esistenza dei «Fondi di Sviluppo» previsti dalla C.E.E.

Evidentemente è tutta materia che va inquadrata e collegata con le iniziative che verranno prese in Africa dalla Comunità Economica Europea. L'uria organizzazione non dovrebbe né potrebbe ignorare l'altra.

(a cura di Paolo D'Agostino Orsini)

MONDO ECONOMICO SETTIMANALE DI INFORMAZIONE E DI POLITICA ECONOMICA

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L'ultimo bimestre del 1957 non ha visto il Parlamento molto impegnato su questioni di carattere africano. In sede di discussione, infatti, l'attività parla- mentare è stata pravalentemente assor- bita, come è ben noto, dal lungo e fati- coso iter del progetto di riforma dei contratti agrari, che si desiderava con- cludere prima delle chiusura della legi- slatura, nonché da proposte revisioni co- stituzionali e da vivaci discussioni sulla nota inchiesta sull'amministrazione co- munale di Napoli, ed in genere su que- stione dell'Italia meridionale.

Il trattamento economico al personale già appartenente alle Amministrazioni Comunali dell'Africa Italiana

Possiamo tuttavia segnalare che nella seduta del 12 novembre è stata aunuA» ziata la presentazione, da parie del mi- nistro dell9 Interno, di un disegno di legge contenente:

« Norme per il conglobamento totale del trattamento economico al personale già appartenente alle amministrazioni mu- nicipali dell'Africa Italiana ed iscritto in appositi quadri speciali, ai sensi del- l'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 1954, nu- mero 1451» (3277).

L'argomento interessa non pochi ex dipendenti del soppresso Ministero del- l'A.L, per i quali esso rappresenterà un ulteriore passo avanti verso la defini- tiva sistemazione d'un decoroso rappor- to d'impiego, e naturalmente non man- cheremo di seguirne l'iter, che auspi- chiamo non eccessivamente lungo.

Il nuovo progetto di legge úuiremigra- zione

Nella seduta del 13 novembre, è sta- ta presentata dall'On. Dazzi, la seguen- te interrogazione, che, pur non riguar- dando direttamente questioni africane, può interessare numerosi profughi, spinti all'emigrazione dalla difficoltà di trovare lavoro in Patria:

« II sottoscritto chiede d'interrogare il ministro degli affari esteri, per conoscere i motivi per i quali non è stato ancora presentato al Parlamento 11 nuovo pro- getto di legge sull'emigrazione.

L'interrogante si permette far presente che il progetto in questione è costato ben 82 sedute da parte di una Commis- sione e di tre sottocommissioni composte di venti commi s s ari, che lo stesso è sta- to ultimato già da oltre un anno e che la sua traduzione in legge fornirebbe tutta l'emigrazione di uno strumento nor- mativo, efficiente, aggiornato ed urgen- temente necessario » (3739).

L'interrogazione dell'On. Dazzi, uni- tamente ad una precedente dell'On. Corbi, sullo stesso argomento, ha avuto pronta risposta dall'On. De Martino,

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